Il Valzer, op. 39 di J. Brahms

Probabilmente è stata la stessa inaspettata grande popolarità derivata dal successo editoriale della prima versione dei valzer op. 39 che ha portato l’incredulo Johannes Brahms ad arricchire in seguito la sua offerta con ben tre trascrizioni e revisioni. Abbiamo quindi una versione a quattro mani, una versione pianistica per pianoforte solo (con doppia versione da concerto e facilitata) e una versione per duo pianistico. La rivisitazione “facilitata” era destinata per esecutori non professionali, abitudine piuttosto in voga nel periodo, così da consentire anche a persone con meno doti strumentali di divertirsi magari in occasioni di intrattenimento salottiero.

La copertina del nuovo lavoro del M. Sandro Carnelos.

Posso pensare quanto più difficile sia stato l’immaginare una trascrizione per organo, strumento che presenta infatti particolari costruzioni timbriche e fusioni sonore, che inevitabilmente ci potrebbero allontanare da certi colori e profumi descritti da Brahms nel raccontare l’amore per la sua Vienna e per i suoi valzer.

Con vera sorpresa altresì sono stato coinvolto anche da un irresistibile attrazione verso le fisiologiche prerogative strumentali dell’organo che emergono in modo perentorio nell’esaltazione della architettura contrappuntistica e sinfonica. Non ero abituato ad ascoltare quest’opera utilizzando questa nuova e assolutamente originale chiave analitica.

Saluto quindi con vero piacere questa nuova fatica di Sandro Carnelos grazie alla quale possiamo tutti aggiungere alle nostre esperienze brahmsiane nuove sensazioni nella lettura di un’opera che si pensava avesse dato già molto, se non tutto quello che aveva da comunicare.

(autore: Francesco Bencivenga)

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